Iva Casson a Lazise: "colori ed emozioni" con oli e acquerelli

Le cromie dei toni caldi e freddi, guizzanti su una traiettoria orizzontale, o placate in un estatico rapimento diventano potentemente luce per "Colori ed emozioni" la mostra che Iva Casson propone alla ex Biblioteca Civica di Lazise fino al 3 agosto.
Una astrazione che rifugge dalla forma in libertà per disporre su vari piani la stesura coloristica in un aggettarsi - data l'esiguità dei segni - di sorprendente profondità.
La prospettiva ottenuta conduce l'occhio più in là dell'arroventarsi di tramonti annegati in un cielo e in un mare striati di succhi cangianti fra il rosso, il giallo, il blu, il viola, fino al disco solare (reso con il foglio d'oro) che si sfalda in un rincorrersi di petali splendenti. Oltre la parentesi d'argento di una luna benigna su canneti sonori come flauti di conchiglia, sulla fuga azzurrata dei ricci di spuma, fino ad una balenante linea di orizzonte. Una pittura, questa, che somiglia ad un cristallo toccato dal fuoco, che sa scatenare una naturale energia dalla quale ci si sente consenzientemente e con letizia risucchiati.
Oltre che con i colori della fiamma, la pittrice si confronta con una gamma di più difficile resa tecnica ed emozionale, come le tinte marrone, sabbia, beige, terra di Siena. pure qui 'olio si distribuisce sulla tela (spesso anche dipinta sullo spessore dei lati) in tutte le sue variabili di densità metrica. E il vorticare non ne risulta attenuato, ma mirato ad un luogo di meditazione e di serenità, ritrovabile non solo nei cerchi dell'acqua e dell'aria, ma anche nei paesaggi di deserti africani dove l'arsura della vita si disseta in un dattero di saggezza.
L'abilità pittorica di Casson trova attestaziione anche nell'uso ddell'acquerello. Vi ritornano i temi prediletti ispirati alla grandiosità della natura, rimando di quell'abisso che si incunea nell'animo umano. Ma la pennellata si fa più tenue, pacata e solenne, scarnificata a confronto della lucente corposità dell'olio, come se l'immagine concreta se ne fosse andata per lasciare sul posto solo la sua anima.
"Così Iva Casson rivive la coincidenza fra realtà e il suo mondo interiore, con immediatezza e spontaneità che sono proprie del suo carattere" scrive Lidia Mazzetto nella presentazione. Una osservazione confermata nell'"excursus cinetico" condotto da Stella Maria Tambè in occasione dell'inaugurazione.

Vera Meneguzzo
"L'ARENA" (28 luglio 2005 )

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