ORIZZONTI Luce e Materia - I PAESAGGI INTERIORI DI IVA CASSON

Nel guardare i profondi campi di colore di Iva Casson mi viene spontaneo pensare a quanto ancora oggi gli artisti si confrontino con il tema della natura e, attraverso la sensibilità del loro sguardo e del loro gesto restituiscano un’immagine superiore di natura, epurata da ogni scoria.
E’ soprattutto nel corso del ‘900 che la natura ha assunto per gli artisti un valore nuovo, un’importanza particolare per l’uomo spesso così turbato dai cambiamenti repentini della società e dell’ambiente in cui vive da cercare in essa rifugio e protezione.
La natura è perciò spesso una sorta di “madre”, un simbolo di purezza e di voglia di ritornare alla semplicità, essenzialità di forme e di pensiero. Iva Casson si muove in questa direzione, dopo aver attraversato con la sua ricerca momenti differenti: il desiderio, inizialmente, di riprodurre la natura in maniera realistica, la volontà poi di semplificarla attraverso l’uso di simboli (il sole e la luna), sino infine all’astrazione degli ultimi lavori, attraverso i quali è evidente il bisogno di interagire emotivamente con essa, trasferirne i propri sentimenti e le proprie pulsioni. Dar luogo cioè alla rappresentazione di paesaggi interiori.
In questo senso i lavori di Iva Casson ricordano gli inscapes di Rothko, paesaggi interiori che germogliano dal liquido elemento immateriale dei fondi cromatici. L’immateriale connubio di luce e colore assorbe in sé ogni particolare disegnativo e formale ed è così che l’artista finisce per essere “come” la natura, in armonia con essa, parte di essa. Resta però una traccia dell’amato paesaggio e della matrice lagunare della sua opera negli orizzonti mobili e frastagliati che simbolicamente separano celeste e terreno, cosmo e caos, apollineo e dionisiaco, quiete e passione. Quelle strisce di colore che si illuminano di luce dorata o si ispessiscono di materia dividono il cielo dalla terra, ma suggeriscono anche la profondità stessa dell’opera, guidando l’occhio nella profondità del colore che solo resta l’elemento principe della composizione.
Camminando in riva al mare, guardando l’orizzonte, si comprende come l’artista si senta protetta, in quanto da questo senso di indefinitezza e di solitudine ne deriva comunque un senso di pace, di silenzio. Tutto si allontana e si consuma, ma è come rievocato in immaginari percorsi di scoperta e di studio, o di sorpresa di fronte alla bellezza di un paesaggio.
I lavori della Casson non hanno più nulla a che vedere con la concezione classica del quadro incorniciato.
Stanno là a rappresentare l’immensità, l’universo, simboli di uno spazio spirituale illimitato che cerca di uscire dalla stessa tela, che nega lo stesso limite della cornice e rivela il suo impeto di espansione e di comunione con l’universo.

Lucia Majer
[from the Magazine "ART STYLE" - winter 2007]

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